Negli ultimi tempi stanno nascendo
,sempre più spesso, circoli culturali/teatrali sotto l’iniziativa
dei nostri cittadini ed a cui partecipano giovani e meno giovani. In
rappresentanza di questa “onda” di interesse crescente verso
attività culturali, abbiamo intervistato la Dott.ssa Alessandra
Fiorilli, presidentessa dell’associazione culturale “Araba
Fenice” che, grazie ai suoi spettacoli, sta avendo un enorme
successo nel territorio.
- Come è nata l'associazione
culturale araba fenice? Cosa le ha fatto decidere di iniziare un
simile lavoro?
L’Associazione Culturale “Araba
Fenice” nasce nel settembre 2008, anno, questo, nel quale ho
concretizzato molti altri miei progetti. Risale al 2008, infatti,
l’apertura, insieme a mia sorella Lorenza, Psicologa, del Centro di
Tutoring Scolastico e Professionale “Atena” e la pubblicazione
del mio primo romanzo, “Arri Arri cavalluccio”, presentato il 5
agosto, con la recensione del Professor Rocco Paternostro, Docente di
Letteratura e Critica letteraria presso la Facoltà di Lettere
dell’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo la grandissima
emozione provata davanti ad una platea di centinaia di persone che mi
hanno abbracciato dopo la presentazione del mio primo romanzo,
(incentrato sul profondo legame d’amore che mi ha unito a mio nonno
materno Pasquale), ho capito che avrei potuto fare molto di più.
Così, decido di fondare un’associazione culturale con la quale
organizzare i miei eventi letterari e teatrali. Sono sempre un’amante
del palcoscenico, da quando, bambina, m’incantavo a vedere in
televisione le commedie del grande Edoardo De Filippo. Ma non ho mai
pensato, sino al 2008, di fare teatro e soprattutto di scrivere
commedie. Invece, come succede nelle favole, in poche settimane nasce
l’Associazione Culturale “Araba Fenice”, scrivo la mia prima
commedia “Si affittano camere” e divento, come per magia, anche
la protagonista e la regista delle mie opere teatrali. Il mio primo
debutto non lo scorderò mai: era sabato 13 dicembre e presso la
“Sala degli Specchi” del Paradiso sul Mare di Anzio, sono salita
sul palco con il cuore che batteva a mille. Sono andata in scena
anche domenica 14 e quella due giorni di teatro è servita alla mia
associazione per raccogliere fondi in favore dell’Ospedale
Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma. Per il nome “Araba Fenice”,
invece, ho preso spunto dal modo in cui molto chiamarono mia madre,
subito dopo la prematura scomparsa di mio padre avvenuta nel 2005:
lei è rinata dalle ceneri, come l’uccello mitologico e ha saputo
dare forza anche a noi figlie. Mia madre è ancora oggi un punto
cardine dell’intera mia attività letteraria e teatrale: legge ogni
mio romanzo prima che venga spedito alla casa editrice ed è il
supervisore alla regia e all’organizzazione di tutti i miei
spettacoli teatrali. Nonostante io sia impegnata su più fronti(
titolare del Centro Atena, Presidente dell’Associazione Culturale
“Araba Fenice”, scrittrice, giornalista, direttore responsabile
di un periodico, autrice teatrale iscritta alla S.I.A.E, regista e
attrice) non considero nessuna di queste attività dei lavori: per
me sono delle passioni, che mi stanno regalando soddisfazioni ed
emozioni.
- Quali sono le difficoltà a cui è
andata incontro nella gestione e nello sviluppo dell'associazione?
come le ha risolte?
Sinceramente non ho incontrato nessuna
difficoltà né nella gestione né nello sviluppo dell’associazione.
- I suoi attori sono a maggioranza
"di strada",quindi spesso partono privi di esperienza. Come
li prepara per lo spettacolo?
Il giorno della consegna dei copioni,
illustro la storia e do delle indicazioni generali su come dovrebbe
essere interpretato ciascun personaggio. Durante le prove, che sono
una sorta di “work in progress”, correggo o smusso qualche
piccola imperfezione.
- Sappiamo che gli spettacoli messi
in scena sono originali scritti da lei. La domanda è: progetta i
personaggi basandosi sugli attori che ha a disposizione o
l'assegnazione dei ruoli è postumo?
Ho la fortuna di avere dei bravissimi
interpreti, ciascuno di loro con caratteristiche e peculiarità che
vengono apprezzate dal pubblico, quindi perché non costruire dei
personaggi proprio su di loro?
- Quali sono le competenze che si
debbono avere per gestire un gruppo teatrale? ci sono dei corsi che
lei consiglia di frequentare?
Ci vuole passione, impegno ed
entusiasmo. Sono una perfezionista e non lascio mai nulla al caso. E
poi il mio gruppo teatrale, prima ancora di essere un gruppo teatrale
è un gruppo di amici che la domenica pomeriggio, dopo pranzo, si
incontra per provare una nuova commedia. Sono comunque fiera di
essere riuscita ad amalgamare persone differenti tra loro per età e
carattere. La soddisfazione più grande è quella di vedere gli
adolescenti mettersi a parlare fitto fitto con gli interpreti più
anziani, durante qualche pausa delle prove. E poi il loro entusiasmo
mi sprona ad andare avanti e a fare sempre meglio. Confesso che non
ho avevo nessuna esperienza teatrale, basti dire che ero così timida
da bambina che non partecipavo neanche alle recite di fine anno
scolastico. Poi, però le ossa me lo sono fatte sul campo, proprio
come è accaduto anche nel campo del giornalismo. Ricordo ancora
quello che mi disse un giornalista professionista, all’inizio della
mia carriera: “Sei giovanissima, hai appena 15 anni ma sei brava,
molto brava. Non avrai bisogno di frequentare nessuna scuola, perché
nessuna scuola può darti quello che hai già e poi ciò che conta è
l’esperienza sul campo”. Credo sia un discorso che si possa
traslare anche al mondo teatrale. Ma ovviamente non mi ritengo nella
posizione di poter consigliare o sconsigliare la frequenza alle varie
scuole teatrali, alcune delle quali sono i pilastri del teatro
contemporaneo. Siamo in democrazia e ciascuno può fare liberamente
le proprie scelte.
- Ha suggerimenti o qualcosa da dire
a chi vorrebbe aprire, od ha già aperto, un' associazione
culturale/teatrale?
Lasciatevi guidare dalla passione e dal
cuore: non sbaglierete mai.
-Vuole aggiungere qualcosa che non è
stato menzionato prima?
Mi piacerebbe che i giovani possano
,attraverso questa intervista, trovare la forza di credere ai propri
sogni perché se si è bravi e talentuosi non è impossibile che si
realizzino. Io mi sono avvicinato al mondo del giornalismo che avevo
15 anni e non conoscevo nessuno, né ero figlia d’arte: dal 2009
sono Direttore Responsabile del periodico “BCC Nettuno Informa”.
Non ho preso parte a nessuna recita scolastica: ora sono un’autrice
teatrale iscritta alla S.I.A.E. e ho già scritto, diretto e
rappresentato 13 commedie e la quattordicesima verrà portata in
scena il prossimo 16 dicembre. Volevo scrivere un libro sulle
missioni all’estero degli uomini dell’Esercito Italiano e sulla
straordinaria realtà dei Carabinieri: lo Stato Maggiore della
Difesa e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri mi hanno
concesso l’autorizzazione a far ciò. Volevo fare la scrittrice: il
2 dicembre presenterò il mio settimo libro. Ragazzi, i sogni, se ci
credete veramente e vi impegnate, dando sempre il massimo, si possono
realizzare.