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giovedì 14 febbraio 2013

Controlli al borgo



Non è una novità, per gli abitanti di Nettuno, ciò che hanno scoperto i carabinieri di Anzio a seguito di una serie di controlli all'interno del Borgo medievale e del centro di Nettuno svoltasi in quest’ultimo fine settimana. Tali accertamenti hanno riguardato in special modo associazioni culturali, locali e ristoranti. I militari hanno riscontrato che molti di questi non erano in regola ne con le norme comunali ne con quelle del testo unico di pubblica sicurezza. Sembra che molti dei gestori dei vari circoli controllati (sostanzialmente privati) di fatto lasciavano aperti al pubblico i loro locali, come veri e propri esercizi commerciali.
A fronte di questa scoperta sono state poste delle sanzioni amministrative ed in denaro per migliaia di euro e sono stati estesi i controlli anche alla tipologia di clientela di questi locali che risultavano essere in maggior parte giovani e giovanissimi.

mercoledì 30 gennaio 2013

Collaborazione


Di recente, in un post del gruppo, è sorto un discorso particolare che ha dato il via ad una possibilità di collaborazione con chiunque di voi lettori voglia farsi partecipe. Per chi non avesse letto il post suddetto, vi posto l'avviso direttamente ed in maniera visibile a tutti:
Non sempre abbiamo la possibilità di scrivere articoli su fatti di cronaca od eventi importanti (per varie ragioni personali e/o di organizzazione interna) ma la collaborazione di esterni è sempre accettata. Qualunque persona può scrivere articoli per noi e/o pubblicare (qui o nel gruppo pubblico) dei link ad articoli e/o manifesti di eventi importanti. In caso di collaborazione (scrittura di articoli) il file va inviato alla nostra email ( ilgiovan8online@gmail.com) dove verrà letto e valutato al pari di ogni altro nostro articolo (ed eventualmente pubblicato sul blog e/o sul cartaceo).
L'invio di un vostro articolo tramite altri mezzi od ad altri indirizzi pregiudicherà la possibilità di pubblicazione in quanto non è detto che giungano nelle mani degli addetti ai lavori (ad esempio io potrei non avere il file da pubblicare sul blog).
Ricordatevi che il gruppo "il Giovan8" ha deciso di rimanere imparziale politicamente, quindi qualunque notizia che rientra nella politica deve essere equa e/o bilanciata.
Grazie per l'eventuale collaborazione

RSF: classifica mondiale della libertà di stampa



Le immagini che vedete provengono direttamente dal sito della RSF(reporter senza frontiere) associazione che (tra le altre cose) ogni anno stila la classifica mondiale della libertà di stampa, ovvero una valutazione di quanto le leggi di ogni singolo paese imbavaglino la libertà di stampa e di informazione. Per chi fosse interessato a vedere il sito(italiano) dell'organizzazione questo è l'indirizzo:  http://rsfitalia.org/
Cosa ci dice questa classifica? Che siamo 57. Che siamo migliorati nell'ultimo anno (anche se di poco). Che davanti a noi abbiamo 56 paesi (un po' troppi per uno paese che si proclama democratico, rilevante nella scacchiera internazionale e che ha pretese di essere civile) surclassati da paesi che mai ci saremmo aspettati di trovare davanti e tallonati dalla Sierra Leone e dalla Cina. Se si considera, inoltre, che fino ad un anno fa occupavamo il 61esimo posto (ed indovinati di chi è oggi quella posizione), c'è poco da aggiungere.
Per la classifica l'RSF  valuta criteri uguali per ciascun Paese: il pluralismo, l'indipendenza dei mezzi di comunicazione, i concetti di ambiente e di auto-censura, il quadro giuridico, la trasparenza e infine infrastrutture dell'informazione. Ogni paese riceve un punteggio da 0 a 100, con zero che rappresenta una "situazione ideale".
A voi lettori la sentenza.
Vitangelo Moscarda

domenica 20 gennaio 2013

Indagini all'ospedale di Anzio



In seguito alla trasmissione di "Striscia la notiziaandata in onda il 16 gennaio,il Ministro della sanità Renato Balduzzi ha chiesto ai Carabinieri dei Nas di allargare le indagini in corso sulla situazione del 118 a Roma anche al presidio ospedaliero di Anzio.La notizia è presa direttamente da una nota divulgata dallo stesso Ministro.
Per chi non avesse visto la trasmissione, il servizio si incentrava sull'ormai nota situazione del nostro pronto soccorso e della difficoltà di reperimento di posti letto decenti.
Per chi fosse interessato, questo è il link al video ufficiale del servizio:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?16680
Vitangelo Moscarda

lunedì 24 dicembre 2012

Numero di dicembre 2012

Per natale un piccolo regalo: l'intero giornale scaricabile in pdf. Speriamo che vi piaccia e cercheremo di renderlo un servizio mensile per voi che ci seguite.

http://www.mediafire.com/view/?1jnnt6k19soxnbd

lunedì 17 dicembre 2012

Nuovi riferimenti: la Dot.ssa Alessandra (Araba Fenice) Fiorillo



Negli ultimi tempi stanno nascendo ,sempre più spesso, circoli culturali/teatrali sotto l’iniziativa dei nostri cittadini ed a cui partecipano giovani e meno giovani. In rappresentanza di questa “onda” di interesse crescente verso attività culturali, abbiamo intervistato la Dott.ssa Alessandra Fiorilli, presidentessa dell’associazione culturale “Araba Fenice” che, grazie ai suoi spettacoli, sta avendo un enorme successo nel territorio.
- Come è nata l'associazione culturale araba fenice? Cosa le ha fatto decidere di iniziare un simile lavoro?
L’Associazione Culturale “Araba Fenice” nasce nel settembre 2008, anno, questo, nel quale ho concretizzato molti altri miei progetti. Risale al 2008, infatti, l’apertura, insieme a mia sorella Lorenza, Psicologa, del Centro di Tutoring Scolastico e Professionale “Atena” e la pubblicazione del mio primo romanzo, “Arri Arri cavalluccio”, presentato il 5 agosto, con la recensione del Professor Rocco Paternostro, Docente di Letteratura e Critica letteraria presso la Facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo la grandissima emozione provata davanti ad una platea di centinaia di persone che mi hanno abbracciato dopo la presentazione del mio primo romanzo, (incentrato sul profondo legame d’amore che mi ha unito a mio nonno materno Pasquale), ho capito che avrei potuto fare molto di più. Così, decido di fondare un’associazione culturale con la quale organizzare i miei eventi letterari e teatrali. Sono sempre un’amante del palcoscenico, da quando, bambina, m’incantavo a vedere in televisione le commedie del grande Edoardo De Filippo. Ma non ho mai pensato, sino al 2008, di fare teatro e soprattutto di scrivere commedie. Invece, come succede nelle favole, in poche settimane nasce l’Associazione Culturale “Araba Fenice”, scrivo la mia prima commedia “Si affittano camere” e divento, come per magia, anche la protagonista e la regista delle mie opere teatrali. Il mio primo debutto non lo scorderò mai: era sabato 13 dicembre e presso la “Sala degli Specchi” del Paradiso sul Mare di Anzio, sono salita sul palco con il cuore che batteva a mille. Sono andata in scena anche domenica 14 e quella due giorni di teatro è servita alla mia associazione per raccogliere fondi in favore dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma. Per il nome “Araba Fenice”, invece, ho preso spunto dal modo in cui molto chiamarono mia madre, subito dopo la prematura scomparsa di mio padre avvenuta nel 2005: lei è rinata dalle ceneri, come l’uccello mitologico e ha saputo dare forza anche a noi figlie. Mia madre è ancora oggi un punto cardine dell’intera mia attività letteraria e teatrale: legge ogni mio romanzo prima che venga spedito alla casa editrice ed è il supervisore alla regia e all’organizzazione di tutti i miei spettacoli teatrali. Nonostante io sia impegnata su più fronti( titolare del Centro Atena, Presidente dell’Associazione Culturale “Araba Fenice”, scrittrice, giornalista, direttore responsabile di un periodico, autrice teatrale iscritta alla S.I.A.E, regista e attrice) non considero nessuna di queste attività dei lavori: per me sono delle passioni, che mi stanno regalando soddisfazioni ed emozioni.
- Quali sono le difficoltà a cui è andata incontro nella gestione e nello sviluppo dell'associazione? come le ha risolte?
Sinceramente non ho incontrato nessuna difficoltà né nella gestione né nello sviluppo dell’associazione.
- I suoi attori sono a maggioranza "di strada",quindi spesso partono privi di esperienza. Come li prepara per lo spettacolo?
Il giorno della consegna dei copioni, illustro la storia e do delle indicazioni generali su come dovrebbe essere interpretato ciascun personaggio. Durante le prove, che sono una sorta di “work in progress”, correggo o smusso qualche piccola imperfezione.
- Sappiamo che gli spettacoli messi in scena sono originali scritti da lei. La domanda è: progetta i personaggi basandosi sugli attori che ha a disposizione o l'assegnazione dei ruoli è postumo?
Ho la fortuna di avere dei bravissimi interpreti, ciascuno di loro con caratteristiche e peculiarità che vengono apprezzate dal pubblico, quindi perché non costruire dei personaggi proprio su di loro?
- Quali sono le competenze che si debbono avere per gestire un gruppo teatrale? ci sono dei corsi che lei consiglia di frequentare?
Ci vuole passione, impegno ed entusiasmo. Sono una perfezionista e non lascio mai nulla al caso. E poi il mio gruppo teatrale, prima ancora di essere un gruppo teatrale è un gruppo di amici che la domenica pomeriggio, dopo pranzo, si incontra per provare una nuova commedia. Sono comunque fiera di essere riuscita ad amalgamare persone differenti tra loro per età e carattere. La soddisfazione più grande è quella di vedere gli adolescenti mettersi a parlare fitto fitto con gli interpreti più anziani, durante qualche pausa delle prove. E poi il loro entusiasmo mi sprona ad andare avanti e a fare sempre meglio. Confesso che non ho avevo nessuna esperienza teatrale, basti dire che ero così timida da bambina che non partecipavo neanche alle recite di fine anno scolastico. Poi, però le ossa me lo sono fatte sul campo, proprio come è accaduto anche nel campo del giornalismo. Ricordo ancora quello che mi disse un giornalista professionista, all’inizio della mia carriera: “Sei giovanissima, hai appena 15 anni ma sei brava, molto brava. Non avrai bisogno di frequentare nessuna scuola, perché nessuna scuola può darti quello che hai già e poi ciò che conta è l’esperienza sul campo”. Credo sia un discorso che si possa traslare anche al mondo teatrale. Ma ovviamente non mi ritengo nella posizione di poter consigliare o sconsigliare la frequenza alle varie scuole teatrali, alcune delle quali sono i pilastri del teatro contemporaneo. Siamo in democrazia e ciascuno può fare liberamente le proprie scelte.
- Ha suggerimenti o qualcosa da dire a chi vorrebbe aprire, od ha già aperto, un' associazione culturale/teatrale?
Lasciatevi guidare dalla passione e dal cuore: non sbaglierete mai.
-Vuole aggiungere qualcosa che non è stato menzionato prima?
Mi piacerebbe che i giovani possano ,attraverso questa intervista, trovare la forza di credere ai propri sogni perché se si è bravi e talentuosi non è impossibile che si realizzino. Io mi sono avvicinato al mondo del giornalismo che avevo 15 anni e non conoscevo nessuno, né ero figlia d’arte: dal 2009 sono Direttore Responsabile del periodico “BCC Nettuno Informa”. Non ho preso parte a nessuna recita scolastica: ora sono un’autrice teatrale iscritta alla S.I.A.E. e ho già scritto, diretto e rappresentato 13 commedie e la quattordicesima verrà portata in scena il prossimo 16 dicembre. Volevo scrivere un libro sulle missioni all’estero degli uomini dell’Esercito Italiano e sulla straordinaria realtà dei Carabinieri: lo Stato Maggiore della Difesa e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri mi hanno concesso l’autorizzazione a far ciò. Volevo fare la scrittrice: il 2 dicembre presenterò il mio settimo libro. Ragazzi, i sogni, se ci credete veramente e vi impegnate, dando sempre il massimo, si possono realizzare.

venerdì 14 dicembre 2012

Che buon Profumo!





Il Ministero della Pubblica (D)Istruzione sta attuando delle manovre che, a dire dei nostri politici, dovrebbero portare le scuole pubbliche italiane allo stesso livello di quelle del resto d’Europa, ma il cui risultato effettivo è solo un’ennesima serie di tagli su tagli che affossano sempre più la situazione italiana in ambito “Istruzione Pubblica”. E se, da una parte, siamo abituati alle lamentele, più che giuste, della classe studentesca, che si vede privata di tantissimi diritti, dobbiamo anche osservare quello che il nostro Governo Tecnico ha in serbo per un’altra categoria: gli insegnanti. Ecco quindi che il Giovan8 è entrato nel locale Liceo Classico ed ha intervistato due docenti, l’una precaria, l’altra fissa, per avere più informazioni riguardo l’effetto delle riforme nella vita quotidiana dei professori. Un esempio? L’aumento dell’orario di servizio da 18 a 24 ore. Cosa accada nel dettaglio ce lo spiega la prof.ssa M.
Prof. M.: << Diciamo che per la mia materia, latino e greco, in questo momento non ci sono stati grandi cambiamenti, per me che sono di ruolo e che sono in una scuola dove sono abbastanza alta in graduatoria. Però tanti colleghi precari non hanno più avuto le supplenze e quindi alcuni che avevano idea di lavorare sul sostegno sono passati a fare le supplenze di sostegno invece che per esempio per latino e greco. Altri classi di concorso, per esempio di diritto che è stato eliminato dai licei per la riforma hanno perso posto quindi colleghi di ruolo da tanti anni che hanno 2 o 3 scuole. Quindi diciamo che dal punto di vista dei colleghi ci sono stati parecchi disagi, dal punto di vista dei ragazzi apparentemente ancora le cose funzionano. Però avete visto anche voi, questo cambio di insegnanti anche di ruolo all’interno della stessa scuola dipendono dall’aumento dell’orari. È una cosa un po’ tecnica: dal provveditorato arrivano le divisioni delle classi, delle ore per ogni insegnante, quindi la scuola non ha più la possibilità di giostrare le 18 ore dei docenti frontali in diverse classi. Quindi a volte, anche essendo di ruolo, si perde la continuità didattica dentro la stessa scuola; cioè non è più un problema del precario che ha solo un anno, ma che il preside gestisce le risorse per come gli viene imposto dall’alto. E sono tutte scelte che non hanno a che fare con la didattica, sono scelte economiche, sono scelte per risparmiare. Quest’anno abbiamo fatto i recuperi estivi accorpando le prime e seconde classi perché non c’erano abbastanza soldi per garantire corsi di recupero a tutti in tutte le materie, quindi si deve sempre tagliare, e questo diciamo sono le cose almeno per la nostra scuola. Le scuole dove ci sono gli insegnanti tecnico-pratici, si hanno avuti grandissimi problemi perché, avendo perso il posto alcuni, altri vengono riconvertiti anche come personale ATA, quindi cambiando proprio categoria e contratto di lavoro>>
Ecco cosa dice la prof.ssa C., giovane precaria:
Prof C. : << [Con l’aumento dell’orario] Succede che io tenderò ad omologare il mio lavoro e non a individualizzarlo per la classe. Altro problema: se io in classe ho dei ragazzi particolari, dei ragazzi che hanno un carattere particolare che devono essere stimolati in un determinato modo, devo comunque avere modo a casa di dedicare dal tempo a pensare cosa fare per poterli coinvolgere e per portare loro ad un determinato livello: il mio insegnamento non deve essere diverso ma io devo portare tutti allo stesso livello; per fare questo però mi devo preparare prima. Senza togliere il fatto che gli insegnanti non è che, avendo la laurea e i corsi per la specializzazione, hanno la scienza, comunque ogni volta si cambia la lezione, perché se spiego Dante ai ragazzi di una classe affronterò delle tematiche che magari emergono in quella classe che non saranno le stesse problematiche che spiegando la stessa cosa di Dante in un'altra classe. Per cui tutta quest’accanimento, il fatto che venga così semplificato “sono solo sei ore”, non è vero che sono sei ore. Sono sei ore di didattica frontale, ma alle sei ore frantale poi ne corrispondono -dico un numero a caso- 12 di preparazione a casa.>>
Insomma, un grande problema per i precari, ma anche un grande problema per gli insegnanti di ruolo. Sottolinea, infatti, la prof.ssa C.: << Va a scadere la qualità dell’insegnamento e questo porta ad una perdita di preparazione da parte nostra. Noi potremmo prepararci anche ugualmente e già lo facciamo, però diventa difficile soprattutto quando pensi che sono ore che nessuno ti riconosce dal punto di vista della società, perché le persone pensano che noi lavoriamo 18 ore e basta: quando diciamo loro che c’è tutto un percorso da fare prima, non ci crede nessuno. Il lavoro chiamiamolo intellettuale non viene considerato. Ci vorrebbero mandare tutti quanti in fabbrica, l’opinione di tanti operai, della gente comune rimane nella convinzione che noi ci lamentiamo per queste sei ore, però non sanno cosa significa lavorare a scuola. Poi i ragazzi la vedono bene che differenza c’è tra un insegnante che si prepara e un insegnante che non lo fa, un insegnante che sta li perché ci vuole stare e un insegnate perché sta lì perché non aveva di meglio da scegliere. >>
Continua la prof.ssa M., rispondendo ad una domanda più che lecita, del tipo “Cosa fare?”
Prof. M: <<In realtà da un governo di tecnici e di professori ci saremmo aspettati un trattamento migliore per le risorse intellettuali, per chi deve formare la nuova generazione. Questo in assoluto è un problema nella scuola e in realtà invece proprio per un discorso economico sembra che la linea sia quella tracciata dalla riforma Gelmini. C’è una contraddizione nel aver bandito un concorso a cattedre per sistemare i precari e poi aumentare l’orario frontale di 24 ore che chiaramente andrebbe a diminuire i posti e a tagliare i costi. Quindi diciamo che pare in seguito a delle mobilitazione di quasi tutte le scuole d’Italia e il blocco di tutte le attività aggiuntive: viaggi d’istruzione, coordinamenti e certificazioni esterne di lingue e di informatica, il governo sta facendo un passo indietro. Il problema è proprio il valore sociale che viene dato agli insegnanti, questo è anche un po’ colpa nostra, secondo me, perché non ci siamo mai voluti sottoporre a una valutazione interna se non quella che c’ha permesso di cominciare ad insegnare. Questo da una parte fa si che tutti abbiamo lo stesso stipendio che non viene aumentato, chi lavora e chi non lavora viene retribuito allo stesso identico modo. Nello stesso tempo le proposte di valutazione interna delle scuole sono state un ò preoccupanti perché non ci si è messi d’accordo su una modalità di valutazione, cioè chi ci deve valutare gli alunni? Può essere pericoloso, perché tu puoi mettere tutti 7 e allora i tuoi risultati sono ottimi apparentemente, in realtà tu non lavori .. chi ci deve valutare ?Il dirigente scolastico? Si, però chi controlla il dirigente scolastico? Quindi sarebbe interessante creare un sistema misto, come c’è in alcuni stati europei in cui le valutazioni sono fatte in base ad un colloquio con i genitori, con il dirigente e con ispettori esterni. C’è un probemA della figura sociale dell’insegnante che dovrebbe essere una figura apprezzata proprio perché si occupa di ragazzi che sono il futuro. Invece da anni noi siamo quelli che si fanno tre mesi di vacanza e che lavorano solo 18 ore la mattina.Cosa che non è vera perché chiaramente se uno ha delle prove scritte e deve fare un lezioni decorose deve anche lavorare il pomeriggio. È che questo è un lavoro sommerso, e stiamo cercando di trovare il modo di fare emergere tutto il lavoro che molti di noi fa a casa. Ci saranno sicuramente ripercussioni se aumenterà l’orario di lavoro perché già molti di noi sono scoppiati perché è un lavoro faticoso lavorare con gli esseri umani. Siamo chiamati a occuparci di tanti problemi in più oltre a quello che è la didattica perché spesso ci troviamo difronte a problemi familiari, a situazioni delicate, anche che molti di noi affrontano anche avendo a che fare con dei ragazzi. Le 24ore in classe, ben 6 ore in più sarebbero una grave di lavoro enorme anche a casa che sicuramente farebbero scadere la qualità di lavoro, perché stare in classe non è come lavorare davanti al computer. Stiamo cercando di attivare delle poteste, anche se sembra che il governo stia facendo marcia indietro su questo. Siccome è un problema economico e il paese è in una grave crisi, io temo che adesso fanno marcia indietro perché ci sono le elezioni quindi abbiamo un peso nel voto, forte, però è ora che facciamo capire che il nostro lavoro non è 18 ore la mattina e tre mesi di vacanza, ma è molto altro. Parecchie scuole di Roma stanno attuando delle proteste… Pare si stia muovendo, anche nel locale, qualcosa, comunque.>>
Curioso notare che i nostri politici si ostinino a dire che tutte queste manovre siano finalizzate al pareggiamento delle differenze fra scuole italiane ed europee, senza tener conto che negli altri stati le scuole sono nettamente differenti, non solo per quanto riguarda le materie – l’Italia infatti è forse l’unico paese insieme alla Grecia in cui s’insegni il Greco Antico-, ma anche come durata delle lezioni - solitamente di 50 minuti, se non di meno- oltre al fatto che, di media, le scuole che crollano in testa agli studenti sono molto poche. E se effettivamente si volesse eliminare questo gap fra l’Istruzione Italiana e quella Europea, bisognerebbe non tagliare ma, al contrario, finanziare la Scuola. Ma ne vale veramente la pena, perdere l’individualità solo per adattarci al sistema di Stati che di certo non possono vantare eccellenze letterarie come quelle italiane?

Viscontessa e Chahut